L’artrosi da molti non era riconosciuta come patologia ma come insita nell’invecchiamento. In realtà si manifesta in età adulta ma inizia fin dalla III decade di vita, anche se può restare a lungo asintomatica.
DEFINIZIONE
L'artrosi è una patologia così diffusa da poter essere considerata una normale conseguenza dell'invecchiamento. In realtà questo purtroppo sono numerose le persone colpite precocemente ed in maniera più grave dalla malattia. L'artrosi è una patologia cronico-degenerativa e compare in maniera subdola, sviluppandosi nel tempo e causando una progressiva degenerazione delle articolazioni provocando in tal modo una limitazione sempre maggiore della motilità articolare. Contrariamente a quanto si pensi, quindi, l'artrosi non è una malattia infiammatoria, rappresentando quest'ultimo soltanto un aspetto secondario, che può o meno verificarsi. L'azione principale dell'artrosi è quella di causare un deterioramento progressivo della cartilagine e dell'osso, con secondaria deformazione dello stesso e produzione di escrescenze, dette "osteofiti", che ostacolano meccanicamente il movimento articolare; essa provoca inoltre un ispessimento e un irrigidimento della capsula articolare, che, unitamente alla contrazione dei muscoli intorno all'articolazione, contribuiscono ulteriormente alla limitazione dell' "escursione articolare".
L’artrosi dell’anca ad esempio consiste nel consumo della cartilagine articolare dell’anca. L’artrosi può essere primitiva ( idiopatica ) o secondaria a malattie infantili dell’anca, traumi, osteonecrosi, pregresse infezioni articolari o altre patologie.
PRINCIPALI SINTOMI CLINICI
La presentazione tipica consiste nel dolore locale e una progressiva limitazione funzionale. Nel caso dell’artrosi all’anca ad esempio, alcuni pazienti lamentano dolore gluteo, al versante laterale della coscia o alla coscia distale ( ginocchio ) e può essere percepito come un dolore esclusivo del ginocchio. Inizialmente il dolore si manifesta sotto sforzo, ma gradualmente la frequenza e l’intensità del dolore aumenta fino al punto di essere presente anche a riposo. Un dolore notturno, tale da risvegliare dal sonno il paziente, si associa a un’artrosi importante. Con la progressione dell’artrosi i pazienti accusano una diminuzione dell’articolarità e a volte una importante rigidità. Una anamnesi accurata è necessaria per determinare se il paziente abbia già avuto disturbi durante l’infanzia o nel periodo neonatale ( displasia congenita ad esempio dell’anca ). Pazienti affetti da artrosi possono soffrire di patologie coesistenti.
TEST ED ESAMI
Esame obiettivo
Il segno più precoce dell’artrosi è una limitazione nel movimento dell’articolazione coinvolta.
Prendiamo come esempio nuovamente l’artrosi dell’anca: gradualmente, con il procedere dell’artrite, i pazienti perdono di flessione ed estensione. La rigidità in flessione rende il passo più difficoltoso, in quanto il paziente deve basculare la schiena per estendere l’arto inferiore. Inoltre si possono sviluppare una zoppia antalgica ( stazione sull’arto dolente abbreviata ) o un cedimento degli abduttori ( basculamento del tronco oltre l’anca affetta durante la fase di appoggio ) man mano che il corpo cerca di compensare il dolore e la debolezza secondaria dei muscoli abduttori.
Esami diagnostici
Radiografie sono indicate in pazienti con dolore e limitazione. Le caratteristiche radiografiche classiche dell’artrosi sono la riduzione dello spazio articolare, osteofiti, formazione di cisti e sclerosi subcondrale.
TRATTAMENTO
La prevenzione è molto importante. Alla base c'è senz'altro il movimento come elemento necessario per il corretto funzionamento delle articolazioni e del corpo in generale. Chiaramente l'attività motoria dovrà essere corretta, e non esagerata. Altre misure preventive sono rappresentate dal controllo del peso corporeo; dal controllo, all'insorgere della menopausa, dei dosaggi ormonali.
Evitare traumi ripetuti sulle articolazioni, ( specie in determinati lavori ), magari modificando i ritmi e le posizioni corporee, ma soprattutto variandole ripetutamente.
Le cure dipendono dallo stadio della malattia e dall’età del paziente.
- Il trattamento iniziale include FANS e terapia fisica strumentale con l'obiettivo di diminuire il dolore.
- Nella seconda fase del trattamento può essere inserita naturalmente la chinesiterapia con l'obiettivo di migliorare la forza muscolare e l’articolarità
- In una ultima fase è utile effettuare della terapia manuale, volta ad aumentare il ROM ( Range of Motion ) dell’articolazione.
Infine molto importante è il controllo del proprio "assetto posturale", che potrebbe essere alterato e necessitare di un "riallineamento"; per far questo il fisiatra si potrà avvalere oltre che dell'esame clinico, anche dell'esame posturografico.
Quando il dolore persista in pazienti più anziani è indicata una protesi d’anca.