La Lombalgia Acuta ( LA ) è la più frequente causa di astensione dal lavoro e d’invalidità negli adulti in fascia d’età dai 30 ai 50 anni; numerosi studi epidemiologici, infatti, hanno dimostrato che il 60-80 % degli esseri umani è colpito da un episodio lombalgico. La gran parte dei sintomi, però, ha durata limitata e nell’85% dei casi i pazienti mostrano un miglioramento significativo e ritornano all’attività lavorativa entro un mese. Il 4% dei pazienti, in cui i sintomi persistono più di sei mesi, genera dall’85% al 90% dei costi sociali per il trattamento della lombalgia.
DEFINIZIONE
Per definizione, il termine Lombalgia Acuta viene usato per descrivere patologie più o meno gravi a livello legamentoso delle faccette articolari o dell’anello fibroso. In quest’ultimo caso, il disco non ernia all’interno del canale vertebrale, ma possono fuoriuscire delle sostanze dal nucleo polposo che possono indurre una reazione infiammatoria alle radici nervose lombosacrali. A causa della localizzazione profonda dei tessuti molli lombari l’individuazione di una disfunzione ad una struttura specifica è un compito difficile; inoltre, a questo livello, sia che la problematica sia a livello muscolare o a carico dei legamenti, i protocolli di trattamento sono molteplici.
CAUSE PIU' FREQUENTI
Recentemente sono state individuate 840 possibili cause circa di Lombalgia Acuta e più in generale di mal di schiena e le ultime ricerche hanno evidenziato che solo il 25% delle lombalgie è provocato da un problema ortopedico specifico della colonna vertebrale (deformità congenite o anomalie di sviluppo, infiammazioni acute o degenerative), il restante 80% è provocato da cause non specifiche. Queste sono le origini di Lombalgia Acuta più comuni:
- Alterato aspetto posturale: legato a fattori costituzionali o a turbe dell’equilibrio muscolo legamentoso, esso provoca un’alterata distribuzione dei carichi a livello delle articolazioni intervertebrali.
- Disfunzione degenerativa del sistema muscolo-legamentoso: le fibre muscolari si possono presentare accorciate e cronicamente contratte o, all’opposto, eccessivamente allungate e prive di efficacia funzionale; i legamenti possono perdere la loro elasticità a causa della fibrosi reattiva conseguente all’eccessivo stiramento o al contrario a causa della cronica inefficienza, detensione e definitiva privazione della loro lunghezza naturale.
- Modificazioni strutturali a carico del segmento di movimento: la modificazione strutturale del disco e delle articolazioni interapofisarie può avere origine per motivi costituzionali ( postura, conformazione anatomica, peso eccessivo ), condizioni di carico ( attività lavorative, ecc. ) e può interessare prima la porzione anteriore del segmento di movimento o viceversa la porzione posteriore.
- Indebolimento della struttura ossea: tra le cause più frequenti ci sono anche l’osteoporosi e l’osteomalacia, quindi una modificazione degenerativa del tessuto osseo.
Oltre alle cause sopra elencate, esistono condizioni individuali, ambientali e sociali che possono rendere più articolato il meccanismo eziopatogenetico della Lombalgia Acuta, a causa anche del coinvolgimento della sfera emotiva del soggetto e di conseguenza più complesso il percorso diagnostico e terapeutico; sicuramente il più delle volte la sua eziologia è multifattoriale.
Inoltre un sollevamento di pesi ripetuto o l’utilizzo di strumenti che causino vibrazioni, il più delle volte aggrava un lombalgia. Altri fattori di rischio includono scarsa forma fisica, scarsa soddisfazione lavorativa, fumo e ipocondria. Episodi recidivanti sono intervallati da mesi o anni; recidive più frequenti suggeriscono una patologia degenerativa del disco.
PRINCIPALI SINTOMI CLINICI
Come detto, i pazienti riferiscono l’insorgenza di una Lombalgia Acuta, spesso in seguito al sollevamento di un peso. Il movimento può anche essere minimo, come ad esempio il chinarsi per raccogliere un foglio di carta. I sintomi si possono manifestare in diversi modi:
- Spesso il dolore si irradia ai glutei e alla coscia posteriore ( lombo-sciatalgia ).
- I pazienti possono mantenere con difficoltà la posizione eretta e possono avere bisogno di cambiare frequentemente posizione.
- Il dolore e la postura conseguentemente adottata per ridurre il dolore stesso, possono provocare crampi muscolari nell’area lombare della schiena che, a loro volta, aumentano il dolore.
Quando questa patologia rappresenta il primo episodio di dolore importante nella vita del paziente, lui o lei possono mostrare segni comportamentali di reazione non organica, come una risposta esagerata al dolore, ipersensibilità diffusa al tatto o smorfie facciali.
TEST ED ESAMI
Esame obiettivo
L’esame dimostra una diffusa dolorabilità in regione lombare e sacroiliaca. L’articolarità del rachide lombare, in particolare la flessione, è tipicamente ridotta e dolorosa: l’entità della flessione e la facilità con cui il paziente riesce a estendere il rachide sono buoni parametri per valutare l’andamento della malattia. La funzionalità motoria e sensitiva e delle radici nervose lombosacrali e i riflessi degli arti inferiori dovrebbero essere normali, nel caso della Lombalgia Acuta.
Esami diagnostici
Le radiografie standard solitamente sono relativamente utili nei pazienti con Lombalgia Acuta, in quanto tipicamente mostrano i segni radiologici appropriati per l’età del paziente. Negli adolescenti e nei giovani adulti non vi è una diminuzione degli spazi intersomatici ( se è presente è comunque minima ), mentre negli adulti al di sopra dei 30 anni è presente un restringimento degli spazi discali variabile e/o osteofiti.
Nei pazienti con sintomi atipici, come dolore a riposo o notturno o con un trauma importante all’anamnesi, sono necessarie delle radiografie antero-posteriori e laterali; queste proiezioni aiutano a identificare o escludere infezioni, tumori ossei, fratture o spondilolistesi.
In ultima istanza può risultare utile un’indagine tramite RM (Risonanza Magnetica ).
COMPLICANZE DELLA PATOLOGIA
La limitazione funzionale del movimento è la disabilità principale. Questa limitazione può essere molto importante per qualsiasi paziente le cui comuni attività siano fisicamente importanti e la cui salute sia altrimenti eccellente, ma in particolare i giovani adulti hanno difficoltà ad accettare una patologia che limiti la funzione fisica per alcune settimane.
TRATTAMENTO TERAPEUTICO NON INVASIVO
Risulta utile definire le metodiche principali di trattamento della Lombalgia Acuta.
Si possono distinguere più livelli di trattamento: terapia fisica, terapia manuale, terapie complementari e rieducazione.
- Terapia fisica: l’approccio con le terapie fisiche ( ultrasuoni, tecarterapia, ecc. ) è opportuno in quei casi in cui il paziente deve essere preparato ad affrontare adeguatamente gli altri livelli di trattamento: infatti, se non in casi selezionati, la terapia fisica non garantisce una risoluzione completa del danno funzionale, anche se può sicuramente risolvere la fase acuta della patologia, o almeno la sintomatologia dolorosa. Alla terapia fisica va sempre associato il livello rieducativo, che rappresenta un aspetto molto vasto della terapia, perché numerose sono le tecniche che possono essere approntate nel ripristinare una funzione fisiologica e per ritornare ad una gestualità adeguata.
- Terapia manuale: La terapia manuale e massoterapica rappresenta un buon approccio tenuto in considerazione in questi casi; tuttavia in caso di patologia in fase eccessivamente acuta può essere a volte sconsigliata. In ogni caso occorre tenere in considerazione la patologia presente, poiché in alcuni pazienti è necessaria la contemporaneità di trattamenti (terapia fisica, rieducazione e terapia manuale), ma in altri può essere risolutivo uno solo dei tre approcci.
- Terapie complementari o alternative: ultimamente vengono spesso utilizzate tecniche manuali della medicina cosiddetta “Complementary” per risolvere o in parte attenuare le sintomatologie della Lombalgia Acuta: tra le principali ci sono le tecniche osteopatiche, le tecniche di medicina orientale ( Agopuntura, Shiatsu, Coppettazione, ecc. ), le tecniche chiropratiche.
- Ginnastica Preventiva e Rieducazione: è possibile fare molto per evitare o almeno ridurre in gran parte una percentuale elevata di dolori vertebrali poiché le cause più importanti, quelle che provocano la stragrande maggioranza delle lombalgie, possono essere controllate con un’adeguata azione educativa e preventiva. Pertanto il programma di trattamento per essere efficace deve essere impostato in modo da eliminare o almeno ridurre le cause.
- La prima e la più importante causa da prevenire è rappresentata dalle posizioni e dai movimenti scorretti. Le professioni che espongono a maggior rischio sono quelle che costringono a lungo in posizioni statiche e passive, i lavoratori che sollevano ripetutamente carichi pesanti e coloro che sono sottoposti a stress da vibrazioni. Per eliminare o almeno ridurre queste cause si dovrebbe educare il paziente al fine di portarlo ad un uso corretto della colonna vertebrale conoscendo come funziona il nostro corpo e come si dovrebbe muovere correttamente nello spazio.
- La seconda causa importante è rappresentata dallo stress. In situazioni di stress psicologico, la tensione prolungata può provocare dolore vertebrale e con il passare del tempo può compromettere le funzioni della colonna. Per questo motivo le tecniche di rilassamento costituiscono un cardine fondamentale del nostro programma: si prefiggono di portare il soggetto ad una autogestione delle proprie situazioni di tensione e di stress ( utili in questi casi sono anche le discipline di movimento olistiche come Yoga e Pilates ).
- La terza causa importante è la forma scadente. La vita sedentaria, una scarsa cura corporea, un comportamento poco attento alla salute diventano fattori di rischio per i dolori vertebrali perché provocano la diminuzione della mobilità della colonna vertebrale e dell’elasticità muscolare e la debolezza muscolare. Naturalmente la proposta per eliminare questi fattori di rischio, è di seguire con costanza un appropriato programma di esercizi di mobilizzazione, di allungamento muscolare, di trofismo.
- La quarta causa è rappresentata dall’eccesso ponderale che provoca un aumento significativo dell’incidenza delle lombalgie in quanto all’aumento del peso corporeo corrisponde un aumento di pressione sui dischi intervertebrali. Diventa importante allora abbinare al lavoro in palestra una sana ed equilibrata alimentazione.