Il colpo di frusta ( distorsione del rachide cervicale ) è il trauma cervicale più comune: per alcuni è solo un problema di risarcimento, ma per molti rappresenta l’inizio di diversi problemi e sintomi fastidiosi.
DESCRIZIONE
Si definisce "colpo di frusta" cervicale una lesione traumatica da flesso-estensione del rachide cervicale che si manifesta quando il corpo viene spinto in avanti, mentre il collo, a causa dell'inerzia data dal capo, si iperestende bruscamente. Questo meccanismo distorsivo determina una contrazione dei muscoli paravertebrali e flessori del capo che ottengono come risultato quello di comprimere il rachide. Stessa azione e risposta, in senso contrario, si ha nel contraccolpo che il capo subisce dopo un tamponamento. Il risultato è quello di un “accorciamento” del collo con compressione del rachide, collusione delle articolazioni intervertebrali e alterazione dei due sistemi otovestibolare e oculomotore.
È una situazione del tutto analoga alla distorsione della caviglia, più facile da immaginare: i legamenti vengono “forzati” dalla posizione estrema che assume il piede in quel caso, esattamente come questo.
CAUSE SCATENANTI
Al secondo posto, dopo quelle lombo-sacrali, le sindromi cervico-brachiali sono le più diffuse patologie dolorose di origine muscolo-scheletrica o neuro-muscolare. Esse colpiscono tutte le fasce di età, anche se si è notata una certa prevalenza nei giovani, e la loro incidenza, notevolmente aumentata negli ultimi anni, è da imputarsi soprattutto al moderno stile di vita, all'incremento dell'uso di autoveicoli e all'attività sportiva. Le 2 tipologie di incidenti causa di distorsioni cervicali sono:
- Urto frontale, il passeggero viene catapultato in avanti verso il parabrezza, per poi essere buttato indietro: l'iperflessione cervicale si ha prima e poi di seguito l'iperestensione.
- Tamponamento, il meccanismo lesivo più importante. Dal momento che l'impatto di un tamponamento avviene dal di dietro, il meccanismo si rovescia: prima si verifica l' iperestensione del collo, dopo l'iperflessione. La muscolatura del collo, le vertebre e, raramente, i dischi tra loro interposti, possono infatti subire stiramenti, schiacciamenti, spostamenti. Tali distorsioni cervicali tendono ad essere sottostimate in quanto, in seguito ad un incidente automobilistico, inizialmente si pensa d'essersi salvati con i soli danni materiali alla vettura.
Altre situazioni, oltre ai traumi automobilistici, in cui si può manifestare il meccanismo di distorsione cervicale, sono le pratiche sportive; sono condizioni meno frequenti rispetto a quelle che si verificano nell'infortunistica stradale, solo perché il vertiginoso aumento degli autoveicoli ha fatto si che questa prendesse il sopravvento. Gli sport in cui c’è più incidenza sono:
- Nuoto
- Surf
- Football
- Ginnastica artistica e ritmica.
- Rugby
- Hockey
- Ciclismo
- Judo
Quando si verifica un evento traumatico questi fattori possono favorire le distorsioni cervicali:
- Vita sedentaria.
- Conseguente flaccidità ed ipo-dinamia muscolare ( validità della muscolatura cervicale ).
- L'uso dei mezzi di trasporto responsabili di micro-traumi, specie con meccanismo da accelerazione o decelerazione.
- Gli squilibri posturali.
- Le spondilosi da deterioramento strutturale del disco.
- Le spondiloartrosi interapofisarie.
SINTOMI E QUADRO CLINICO POST-TRAUMATICO
Il quadro clinico iniziale è caratterizzato da un insieme di sintomi immediati quali:
- Cervicalgia ( dolore nella zona cervicale ).
- Rigidità e la limitazione della motilità.
- Instabilità posturale.
- Mal di testa.
- Nausea
- Vertigini
Nei casi di distorsione meno gravi ( i più frequenti ), si potranno avere soltanto danni legamentosi da stiramento e contusione delle strutture articolari, causati dallo scivolamento delle vertebre, con contrattura muscolare da riflesso protettivo.
Nei casi più gravi, di competenza traumatologico-chirurgica, si possono verificare rotture dei legamenti, erniazioni discali, fratture vertebrali.
Qualche giorno, settimana o perfino anni più tardi, quando non si pensa più all'accaduto, vengono alla luce le vere conseguenze del trauma: sono presenti infatti numerosi disturbi a localizzazione cervicale.
Questi possono essere alcuni dei sintomi post-traumatici, tardivi e a distanza di tempo dalla distorsione:
- Disturbi cervicobrachiali ( dolori e tensioni che possono partire dal collo per irradiarsi dal collo al braccio fino alla mano ).
- Formicolii alle dita delle mani.
- Blocchi e limitazione della motilità della zona cervicale.
- Mancanza della forza specie di prensione delle dita della mano.
- La sindrome miofasciale reattiva di uno o entrambe i muscoli trapezi superiori.
- Mal di testa, giramenti di testa e vertigini che possono sfociare in una sindrome vertiginosa anche di rilevante entità .
- Nausea e vomito.
ESAMI E TEST
La diagnosi si fonda oltre che sulla storia clinica, sul meccanismo del trauma e sui sintomi.
Dopo aver verificato l'esposizione dei sintomi cervicali ricordati, l'esame obiettivo dovrebbe confermare, oltre al dolore, l'esistenza della contrattura muscolare paravertebrale e la limitazione della motilità cervicale; a volte dopo essere avvenuto il trauma, potrebbero non essere evidenti i sintomi descritti in precedenza.
In entrambi i casi è opportuno sottoporre il paziente ad una Radiografia del rachide cervicale che generalmente, nelle proiezioni antero-posteriori e latero-laterali, è sufficiente per dare un quadro dello stato post-traumatico della colonna vertebrale.
Appare evidente come la semplice radiografia cervicale sia necessaria, all'occhio attento dello specialista, per evidenziare i segni immediati del colpo di frusta o, addirittura, una pregressa distorsione cervicale o altre patologie del rachide cervicale non considerate precedentemente.
Qualora risultassero gravi i risultai della Radiografia e quindi si ha un sospetto di lesioni ad altre strutture, occorre procedere con l'esecuzione di esami più¹ accurati e sofisticati come la T.A.C. e la Risonanza Magnetica che saranno indispensabili per accertare gravi distorsioni cervicali.
TRATTAMENTO
- RIPOSO
Il primo passo che si deve fare è il risposo: è' necessario un periodo più o meno lungo a seconda della gravità del trauma durante il quale si limiteranno al massimo i movimenti del collo e della testa. Dall’altro lato bisogna evitare in assoluto un protratto periodo di riposo: sembra infatti che il riposo prolungato favorisca la cronicità , mentre una pronta e precoce mobilizzazione del collo, prima con esercizi isometrici e poi con movimenti attivi, darebbe i migliori risultati.
- COLLARE
L'uso di un collare adatto rappresenta quasi sempre la cura più efficace, a patto di non eccedere con i tempi di immobilizzazione; sarà il medico che ne stabilirà i tempi. E' sconsigliabile comunque l'uso protratto di questo presidio terapeutico in quanto ormai è stato ampiamente dimostrato che i pazienti affetti dal colpo di frusta, mobilizzati in fase iniziale, rispondono meglio di quelli trattati con l'immobilizzazione per mezzo del collare.
- TERAPIA FARMACOLOGICA
Deve essere utilizzata a discrezione del medico specialista in limiti ben definiti. Di norma andrebbe fatto uso di farmaci principalmente nella fase acuta e, comunque, per brevi periodi di tempo.
- MASSOTERAPIA E TERAPIA MANUALE
Queste terapie possono favorire il detensionamento muscolare ed essere un complemento della rieducazione funzionale. Esplica i suoi effetti terapeutici mediante due meccanismi principali:
- AZIONE DIRETTA
interessa le strutture sottostanti alle zone trattate e cioè i vasi sanguigni, i muscoli, le terminazioni nervose e, naturalmente, la cute e i relativi annessi.
- AZIONE INDIRETTA
stimola ed è mediato dal sistema nervoso centrale e periferico ed è verosimilmente il più importante.
Oltre alle tipologie di meccanismi, le terapie fisioterapiche ( Strumentali e Manuali ), utili in questo caso possono essere:
- MOBILIZZAZIONI VERTEBRALI
- ESERCIZI FUNZIONALI ATTIVI
- MASSOTERAPIA SPECIFICA
- ULTRASUONO TERAPIA
- TECAR TERAPIA
- MAGNETO TERAPIA
- LASER TERAPIA